Modus operandi

 

Prendo uno spazio all’aperto, lo fisso,

lo modello, lo plasmo, lo formo o lo deformo,

lo scavo o lo elevo, poi ne creo i volumi alti e i volumi bassi, i pieni e i vuoti,

mi lego a una memoria storica o ne genero una, lo lego al contesto o lo isolo come un’oasi,

ne osservo l’esposizione e verifico il terreno e scelgo il verde, l’alberatura, i cespugli,

mi lego all’architettura oppure la nascondo,

ne organizzo gli spazi e ne studio i percorsi

e li collego, sempre.

Apro alla vista o la chiudo, ci aggiungo colori e profumi, lo percorro, lo vivo, spesso di notte

e ne faccio un giardino.

 

Filippo